.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

RITORNA ALLA HOMEPAGE GENERALE DEL SITO
HOMEPAGE DELLA Z.P.S. MAGREDI DI PORDENONE
I LUOGHI INTERESSATI DAL PROGETTO
IL PIANO DI GESTIONE
GLI HABITAT DEI MAGREDI DI PORDENONE
LA FLORA DEI MAGREDI DI PORDENONE
LA FAUNA DEI MAGREDI DI PORDENONE
IL PROCESSO PARTECIPATIVO

.

ritorna alla pagina precedente

.

Zamenis longissimum
Saettone


Reptiles and Amphibians of Britain and Europe - E. N. Arnold and J. A. Burton

PHYLUM

Vertebrata

CLASSE

Reptilia

ORDINE

Squamata

FAMIGLIA

Colubridae

SPECIE

Zamenis longissimum (Laurenti, 1768)

LEGISLAZIONE A TUTELA DELLA SPECIE

 

Direttiva Habitat all.IV
Convenzione di Berna all.II
Legge regionale 9/2007

CARATTERISTICHE ECOLOGICHE

 

È specie diurna terricola ed arboricola, attiva da fine marzo ad ottobre, più comune alle basse e medie quote, occasionalmente si spinge oltre i 1500 m. La specie predilige radure, zone marginali di boschi di latifoglie miste e gli arbusteti. È frequente presso i boschetti e la vegetazione ripariale lungo i corsi d'acqua, si spinge talvolta anche in prossimità di centri abitati, coltivi e mucchi di fieno. Dopo l'uscita dal letargo iniziano gli accoppiamenti. La femmina depone circa 15 uova in luoghi molto umidi (tronchi marcescenti, cumuli di muschio, letamai). La maturità sessuale è raggiunta dopo il terzo anno. Si nutre principalmente di piccoli mammiferi (specialmente topi e arvicole) che vengono soffocati tra le spire, e uccelli (specialmente uova e nidiacei). I predatori sono rapaci diurni come il biancone ed occasionalmente i Mustelidi. Una delle principali minacce alla sua sopravvivenza è il deterioramento degli habitat dovuto alle pratiche agricole. In prossimità di centri abitati il traffico stradale è spesso una delle principali cause di mortalità della specie.

Trend Magredi

Non rilevato

 

Distribuzione Magredi

1999 Molto comune
2007 Non aggiornata

VULNERABILITÀ

 

Status IUCN

Non valutato

Criticità zona

Presente equamente in zona e nel territorio nazionale

Fragilità ecologica

Bassa

RELAZIONI CON GLI HABITAT

 

GENERALE

• PU3

PRATERIE IGROFILE PLANIZIALI-COLLINARI DOMINATE DA MOLINIA CAERULEA (6410)
Plantagini altissimae-Molinietum caerulae (Pignatti 1953) Marchiori et Sburlino 1982

• PC8

PRATERIE EVOLUTE SU SUOLI FERRETTIZZATI DEI TERRAZZI FLUVIALI STABILIZZATI (MAGREDI) DELL'AVANTERRA ALPINO (62A0)
Chamaecytiso hirsuti-Chrysopogonetum grylli Pignatti ex Feoli Chiapella et Poldini 1993

• PC6

PRATERIE XEROFILE SEMI-EVOLUTE SUI PRIMI TERRAZZI ALLUVIONALI (MAGREDO) DELL'AVANTERRA ALPINO CON SCHOENUS NIGRICANS (62A0)
Schoeno nigricantis-Chrysopogonetum grylli Pignatti ex Feoli Chiapella et Poldini 1993

• PC5

PRATERIE XEROFILE PRIMITIVE SU ALLUVIONI CALCAREE (MAGREDO) DELL'AVANTERRA (62A0)
Centaureo dichroanthae-Globularietum cordifoliae Pignatti 1953

• PC10

PRATERIE EVOLUTE SU SUOLO CALCAREO DELLE PREALPI (62A0)
Gladiolo palustris-Molinietum arundinaceae Poldini et Feoli Chiapella in Feoli Chiapella et Poldini 1993

• OB4

VEGETAZIONI LIANOSE LUNGO I CORSI D’ACQUA (6430)
Convolvuletalia sepium R. Tx. 1950 em. Mucina 1993

• BU5

BOSCHI RIPARI PLANIZIALI DOMINATI DA SALIX ALBA E/O POPULUS NIGRA (92A0)
Salicetum albae Issl. 1926

• BU2

ARBUSTETI RIPARI PREALPINI DOMINATI DA SALIX ELEAGNOS (3240)
Salicetum incano-purpureae Sillinger 1933

• BU10

BOSCHI DOMINATI DA ALNUS GLUTINOSA (91E0)
Alnion glutinosae Malcuit 1929

• UP4

TORBIERE BASSE ALCALINE CON ALTO APPORTO IDRICO DELLA PIANURA DOMINATE DA SCHOENUS NIGRICANS (7230)
Erucastro-Schoenetum nigricantis Poldini 1973 em. Sburlino et Ghirelli 1994

• UP5

TORBIERE BASSE ALCALINE CON MODERATO APPORTO IDRICO PLANIZIALI E COLLINARI DOMINATE DA SCHOENUS NIGRICANS (7230)
Erucastro-Schoenetum nigricantis Poldini 1973 em. Sburlino et Ghirelli 1994 scorzoneretosum humilis Sburlino et Ghirelli 1994

• UP7

TORBIERE BASSE ALCALINE SUBALPINE DOMINATE DA CAREX DAVALLIANA (7230)
Caricetum davallianae Dutoit 1924 em. Görs 1963

MINACCE PER LA SPECIE

 

• 101

COLTIVAZIONE: MODIFICA DALLE PRATICHE COLTURALI

 
 

Una delle principali minacce alla sua sopravvivenza è il deterioramento degli habitat dovuto alle pratiche agricole.

alto rischio

• 110

USO DI PESTICIDI

 
 

Oltre ai possibili gli effetti diretti su questa specie, l'uso di pesticidi influisce secondariamente alterando la catena trofica di cui questa specie fa parte.

medio rischio

• 151

SISTEMAZIONE FONDIARIA: RIMOZIONE DI SIEPI E BOSCHETTI

 
 

Le modifiche delle pratiche agricole hanno causato per molte specie di serpenti la riduzione, la frammentazione e il deterioramento dell'habitat.

medio rischio

• 180

INCENDI

 
 

Gli incendi costituiscono una grave minaccia per le specie di rettili che vivono nei boschi data la loro lenta e scarsa capacità di dispersione.

basso rischio

• 243

PRELIEVO/RACCOLTA DI FAUNA IN GENERALE: INTRAPPOLAMENTO, AVVELENAMENTO, CACCIA/PESCA DI FRODO

 
 

Il Saettone, come tutti i rettili striscianti, viene spesso perseguitato in quanto erroneamente confuso con specie velenose.

medio rischio

• 502

RETI DI COMUNICAZIONE: STRADE, AUTOSTRADE

 
 

In prossimità di centri abitati il traffico stradale è spesso una delle principali cause di mortalità della specie.

alto rischio

MISURE DI CONSERVAZIONE

 

INTERVENTI ATTIVI

• IA12

Ricostruzione di corridoi ecologici strategici

• IA16

Interventi di miglioramento ecologico e ripristino dei boschi igrofili

• IA18

Attività di vigilanza e prevenzione dei fenomeni di bracconaggio

INCENTIVAZIONI E INDENNITÀ

• IN1

Incentivazione per la riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitaria a favore dell'agricoltura biologica e integrata

• IN2

Conversione dei seminativi, mantenimento dei prati, dei pascoli e delle fasce inerbite

• IN6

Incentivi per il ripristino e la manutenzione delle siepi e delle fasce boscate

• IN7

Indennizzo e premio per la conservazione degli alberi notevoli e delle vecchie siepi

• IN9

Incentivi per il ripristino e la manutenzione degli ambienti ripariali

PROGRAMMI DI MONITORAGGIO E/O RICERCA

• MR9

Monitoraggio delle specie di mammiferi, anfibi, rettili e invertebrati con particolare riferimento alle specie elencate nelle schede dei sic presenti all'interno della zps

• MR13

Sviluppo di un sistema di indicatori biologici e relativi monitoraggi

• MR21

Monitoraggio delle infrastrutture ecologiche (siepi, fasce boscate) e degli alberi notevoli

PROGRAMMI DIDATTICI

• PD1

Sensibilizzazione operatori economici locali: agricoltori e allevatori

• PD6

Programma di informazione e sensibilizzazione della popolazione

• PD8

Formazione specifica per i monitoraggi degli habitat e delle specie di flora e fauna rivolta a personale della regione e della provincia

REGOLAMENTAZIONI

• RE1

Conservazione prati stabili

• RE4

Riduzione dell'impatto dei prodotti fitosanitari e protocolli relativi alla pratica dell'agricoltura integrata

• RE6

Conservazione delle siepi e delle fasce boscate

• RE7

Conservazione degli alberi notevoli e delle vecchie siepi

• RE9

Manuntenzione e gestione degli ambienti ripariali

• RE29

Divieto di raccolta delle specie di interesse

BIBLIOGRAFIA

Sito web del Ministero dell'Ambiente e del Territorio, Direzione Conservazione Natura.
https://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=2083

Bruno, S., Dolce, S., Sauli, G. & Veber, M. 1973
Introduzione ad uno studio sugli anfibi e rettili del Carso Triestino.
Atti Mus.Civ.Stor.nat.Trieste, 28, (2): 485-576.

Lapini, L., Dall'Asta, A., Bressi, N., Dolce, S. & Pellarini, P. 1999
Atlante corologico degli Anfibi e dei Rettili del Friuli Venezia Giulia.
Edizioni del Museo Friulano di Storia Naturale, Comune di Udine.

Filippi, E. & Luiselli,L. 2000
Status of the Italian snake fauna and assessment of conservation threats.
Biological Conservation, 93: 219-225.

A.A.V.V. 2007
Salvaguardia dell'erpetofauna nel Territorio di Alpe-Adria. Un contributo della Regione Friuli Venezia Giulia a favore della biodiversità.
Direzione centrale delle risorse agricole, naturali, forestali e montagna-Ufficio studi faunistici. Udine.

space

.

ritorna alla pagina precedente

.