Trinciatura di amorfa nel corso di una delle azioni di ripristino condotte nell'ambito del Progetto Life
RIPRISTINO DI PRATERIE COLONIZZATE DA AMORPHA FRUTICOSA
Sulle superfici di terreno che solo in parte sono soggetti all'azione delle piene, soprattutto sui suoli ghiaiosi con presenza di lenti di materiali più fini (sabbie e limi), la vegetazione di prato magro è stata invasa dall'arbusto alloctono Amorpha fruticosa. Si tratta di una specie particolarmente aggressiva nelle zone golenali che prolifera velocemente tramite seme e polloni fino a ricoprire completamente il terreno.
Nelle aree in cui era previsto il decespugliamento e controllo di questa specie, inizialmente si è proceduti al taglio degli individui con motosega o decespugliatore a lama e al successivo allontanamento del legname. In seguito all'acquisto di un trincia forestale e di un trincia sarmenti coi fondi del Life si è potuto procedere molto più speditamente con l'attività di triturazione della biomassa legnosa e dei successivi ricacci.
Ove possibile, l'asporto del materiale triturato è stato effettuato mediante imballatura con successivo prelievo a titolo gratuito da parte di alcune centrali a biomassa che hanno risposto ad avvisi pubblici manifestando il proprio interesse all'utilizzo di tale materiale come fonte di energia alternativa evitando alla Regione di doverlo trattare come rifiuto. Ciò avrebbe determinato maggiori costi e sprechi facendo lievitare notevolmente i costi a carico del Progetto stesso.
Come avvenuto per nelle attività di decespugliamento di altre superfici spesso sono stati rilasciati gli esemplari notevoli di arbusti autoctoni di ginepro (Juniperus communis) e olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) essendo questi una componente caratteristica del paesaggio magredile poco evoluto (soprattutto nei 2 SIC lungo il Tagliamento).
Gli interventi di taglio e triturazione dei ricacci legnosi di amorfa, sono stati svolti nelle stagioni vegetative successive al primo grosso intervento di decespugliamento.
Il periodo d'intervento migliore per il taglio dei polloni risulta quello tardo-estivo, prima della traslocazione nell'apparato radicale delle sostanze di riserva prodotte nell'arco della stagione. Tuttavia un intervento più precoce, soprattutto sui giovani ricacci consente di intervenire direttamente su germogli non ancora lignificati e di allontanare la biomassa insieme al fieno. Gli interventi di trinciatura e sfalcio si debbono eseguire per parecchi anni dopo il primo intervento di decespugliamento. Tale attività risulta fondamentale al fine di deprimere l'elevatissima facoltà pollonifera dell'amorfa e di migliorare le condizioni di falciabilità delle praterie per il mantenimento delle stesse.
RIPRISTINO DI PRATERIE ASCIUTTE MEDIANTE DECESPUGLIAMENTO E TAGLIO DI BOSCAGLIE
L'infeltrimento (compattamento) e la degradazione del cotico erboso a causa dell'ingresso delle specie arbustive e del successivo graduale imboschimento (processo di nemoralizzazione) costituiscono una delle principali minacce all'esistenza dei magredi. Tali processi sono favoriti da vari fattori.
Oltre che ad opera delle piante di origine esotica l'incespugliamento e l'imboschimento avvengono a causa del naturale espandersi di componenti arboree ed arbustive autoctone fra cui:
In tutti questi casi la maggior copertura causata dalla presenza di diverse specie arboree ed arbustive sia di carattere alloctono che non, determina una veloce distruzione del cotico erbaceo, che già dopo pochi anni comincia a deteriorarsi.
tali processi sono favoriti dall'abbandono del pascolo e dello sfalcio legato al profondo cambiamento del contesto socio economico el territorio circostante (rapida trasformazione della agricoltura dal modello tradizionale estensivo a quello intensivo ed agroindustriale; più recentemente crisi della zootecnia e chiusura dei piccoli e medi allevamenti con scarso utilizzo da parte delle razze bovine più produttive di fieni grezzi come quelli dei magredi).
Per tali motivi la Regione attraverso il Progetto Life si è fatta carico degli interventi di ripristino e di gestione straordinaria delle aree abbandonate al fine di recuperare le prateria magre in fase di rarefazione, regressione ed isolamento ecologico.
Nelle aree in cui era prevista l'azione di sgombero della copertura arbustiva e forestale si è proceduto in maniera del tutto analoga a quanto esposto a proposito del decespugliamento delle aree infestate da amorfa.
Anche in questo caso le superfici sulle superfici liberate dalla vegetazione arbustiva ed arborea sono stati rilasciati gli esemplari notevoli di pioppo nero, ginepro, pino nero e le macchie di cespugli bassi e compatti tipici del magredo molto utili come rifugio per l'avifauna. In tal modo viene ricreato il naturale paesaggio steppico dei magredi dominato dalle praterie aride e qua e là da qualche rado albero ed arbusto incrementando la varietà biologica legata ai microhabitat. I cespugli inseriti nel paesaggio dei prati magri contribuiscono a sostenere la presenza di molti uccelli tipici degli ambienti aperti (es: strillozzo, culbianco, stiaccino, succiacapre, averla, upupa) e lepidotteri (farfalle). A seconda dei casi le varie specie usano gli arbusti come posatoio, punto di osservazione, riparo, nutrimento (per alcune larve di farfalle ad esempio la presenza di alcuni arbusti diviene una fonte essenziale di sostentamento).
Taglio delle boscaglie degradate nell'ambito del Progetto Life. Il trinciato ricavato è stato utilizzato come fonte di energia rinnovabile. Foto S. Fabian