fasi di ripristino di un prato magro a partire da incolti abbandonati. Foto: Fabio Bidese
Il ripristino a magredo delle aree agricole coltivate od abbandonate all'interno del Demanio idrico di proprietà regionale si è reso necessario per ripristinare ed ampliare la superficie degli habitat tutelati ma anche perché gli incolti fungono da fonte di "inoculo" di specie ruderali, avventizie ed infestanti quasi sempre di origine alloctona (Erigeron annuus, Sorghum halepense, Artemisia verlotiorum, Senecio inaequidens, Solidago canadensis,ecc). Tali specie si sono dimostrate in grado di penetrare anche nelle praterie asciutte circostanti.
Fra tutte le azioni di recupero questa appare la più significativa perché consente di ripristinare da zero un habitat di interesse comunitario come i magredi a spese di ambienti degradati, fortemente semplificati e di scarso se non nullo valore ecologico.
Il processo di ricostruzione dei magredi attraverso questa azione risulta molto lento in quanto le aree coltivate presentano un suolo alterato rispetto alle condizioni originarie che permettevano la presenza delle praterie aride. Anche dopo gli interventi di ripristino permangono nel terreno l'eccesso di nutrienti e più in generale una situazione condizionata per anni dall'uso di pesticidi e fitofarmaci, nonché dalla cospicua proliferazione di infestanti che possono persistere anche per alcune decine di anni prima di lasciar spazio alle componenti autoctone. Molte delle specie magredili ad avvenuto ripristino, anche quando tentano di attecchire, nelle aree zone più degradate si trovano spesso in condizioni di distribuzione frammentata e presentano scarse capacità di affermazione.
L'intervento di ripristino, che è serve a ricreare le condizioni di partenza e ad accelerare i processi di naturale ricolonizzazione, in linea di massima, ha previsto i seguenti steps.
L'obiettivo d'inizio progetto si prefiggeva di ripristinare mediante il recupero di superfici agricole coltivate ed abbandonate 119 ettari di magredo (anno 2012). Questa superficie è salita a 161 ettari dopo la seconda proroga con modifica di alcuni target progettuali (anno 2015)
Alla conclusione del progetto gli ettari ripristinati mediante questa azione sono aumentati a 203 ettari (101 ettari di magredo nella ZSC "Magredi del Cellina", 6 ettari nella ZSC "Valle del Medio Tagliamento", 12 ettari nella ZCS "Confluenza dei fiumi Torre e Natisone e 84 ettari nella ZSC "Greto del Tagliamento"